Non si placano le polemiche attorno le esternazioni di Giuliano Bignasca che nella nazionale di calcio ci sarebbero troppi giocatori di colore. Tra interventi di blogers e articoli sui giornali è diventato il caso politico pre-elettorale. I commenti dei bloggers stanno raggiungendo livelli altissimi, e le opinioni dei bloggers evidenziano una spaccatura dell'opinione pubblica: c'è chi lo critica e chi lo difende. Il nostro sondaggio ha registrato solo nella prima giornata oltre 500 voti, un record mai registrato nei precedenti sondaggi.
E sulla stampa ticinese anche oggi troviamo commenti e interventi sulla vicenda. A prendere la parola è il Consigliere di Stato Luigi Pedrazzini, che in un articolo sottolinea di puntare sulle misure attive piuttosto che sull'indignazione. "Non sono purtroppo convinto che l’indignazione d’occasione abbia effetti significativi e induca chi di merito a evitare nel futuro atteggiamenti analoghi. Sono da tempo invece convinto che la politica della vera integrazione e della lotta al razzismo non si esprime principalmente reagendo alle provocazioni, ma costruendo una rete di misure attive volte a rendere sterile il terreno, presente da sempre in ogni società, che fa germogliare i semi dell’intolleranza".
Secondo Pedrazzini la politica deve preoccuparsi di "trovare soluzioni ai problemi economici, di sicurezza, di conoscenza (o meglio sarebbe scrivere di ignoranza), che in determinate circostanze possono alimentare irritazione, intolleranza, egoistica chiusura nei confronti degli stranieri".
"Per queste ragioni - spiega Pedrazzini - leggendo domenica mattina il titolo e l’articolo del Mattino, non ho pensato che il mio primo compito fosse quello di esprimere pubblicamente la mia indignazione (oso sperare che nessuno possa applicare nei miei confronti, e di tutti coloro che hanno sempre avuto sul tema un atteggiamento simile al mio, l’adagio «chi tace acconsente»). Ho invece pensato, e adesso lo scrivo anche, che personalmente continuerò a fare il tifo per questa nazionale Svizzera di calcio, senza contare il numero dei giocatori di colore e di più meno recente provenienza straniera, ma anzi ringraziandoli per il loro contributo".
Su laRegioneTicino invece il giornalista Aldo Bertagni è autore di un editoriale dal titolo "Il Nano alza il tiro ma fa autogol", nel quale evidenzia gli effetti mediatici della boutade di Bignasca. "Non è la prima volta e ( purtroppo) non sarà l’ultima: la spara grossa e poi si gode gli effetti mediatici. Tutti lo bacchettano? Rischia l’ennesima denuncia? Poco male, ciò che conta è la visibilità e poi lui tocca i nervi scoperti, le emozioni più profonde (e a volte torbide) della nostra personalità. Parla e scrive come il Gigi di Viganello e proprio per questo tanti Gigi lo votano. Il meccanismo è collaudato e da tempo funziona, perché mai dovrebbe cambiare?"
Insomma, sarebbe tutta una mossa politica. "Bignasca sa che oggi deve rubare voti all’Udc e dunque alza il tiro giocando sullo stesso terreno dei democentristi; gli stranieri appunto. E così è un vero e proprio rincorrersi in compagnia di pecorelle nere e giocatori di colore. Pensiamoci un attimo: in un paese «normale » simili campagne non guadagnerebbero nemmeno la scena della satira: banali ( seppur offensive) e decisamente riciclate. Fanno solo piangere, per il livello sempre più basso raggiunto da chi agita tutto quello che può pur di racimolare voti e consensi".
E conclude il suo intervento con le seguenti considerazioni: "Oggi il burattino è cresciuto e si è mangiato il burattinaio. Dice le parolacce di sempre e si agita come non mai, ma questa volta ha toppato perché il Gigi – che l’ha sempre seguito perché convinto di aver perso tutto o quasi – non vuol perdere anche agli Europei di calcio. Magari sarà poco, ma almeno il buon senso prevale su tutto. Per una volta".
Punta invece sulla linea della moderazione un breve intervento del Corriere del Ticino, che bacchetta i giornalisti di dare troppo enfasi alla vicenda e scrive: "Se, infatti, stigmatizzare l’ennesima sortita a sfondo razzista del presidente della Lega era giusto e opportuno, l’eccesso di zelo dei media di Stato nell’enfatizzare questo squallido episodio ha finito col fare ancora una volta il gioco di Bignasca, offrendo un bel po’ di visibilità pre-elettorale gratuita (come lo stesso ha puntualmente sottolineato). Possibile che in queste trappole si cada ancora? Anzi, ci si butti a pesce?"